venerdì 26 febbraio 2010

Reati con data di scadenza.

Mills un avvocato corrotto. Corrotto da chi? Da Silvio Berlusconi il nostro premier. Da Silvio Berlusconi il nostro presidente del consiglio.
Grazie ad una delle 18 leggi ad personam, la ex Cirelli, che riduce i termini di prescrizione per corruzione in atti giudizari da 15 anni a 10 anni, l'avvocatone inglese è salvo. Non andrà in carcere e dovrà (paradosso) pagare un risarcimento danni alla presidenza del consiglio di 250 mila euro per il danno di immagine. Bisonga però sottolineare che Mills resta un corrotto per aver testimoniato il falso a favore di Berlusconi e per aver accettato, dallo stesso Berlusconi, un regalo di 600 mila euro per il favore fatto a B. quando l'inglese era imputato ai processi Fininvest-Gdf e All Iberian.
Nel '99 Mills ordino l'investimento non a suo nome del "regalo di Berlusconi" proprio per mascherare il reato. Quindi anche se i soldi Mills li intascò nel 2000 l'atto di corruzione si è consumato nel '99 e quindi grazie all'ex Cirelli è un reato scaduto. Scaduto come scade il latte nel nostro frigo. Ora non vorrei parlare di quanto è assurda una cosa del genere. Se una persona commette un reato perchè mai se questo viene confermato da un processo dopo più di 10 anni non dovrebbe più valere? Non vorrei parlare di questo perchè l'assurdità di una cosa del genere è voluta da leggi fatte dai corrotti per i corrotti. Una sorta di proprietà riflessiva che inchioda il nostro paese sempre sugli stessi problemi. Quando si parla del periodo di tangentopoli spesso si fa riferimento alla prima repubblica. Peccato che oggi ci stiamo accorgendo che questa, la seconda, fa più schifo della prima. Anzi sembra sempre più che la corruzione sia stata quasi resa legale. Non hanno bisogno nemmeno di nascondersi più troppo i corrotti. Tanto grazie alle tante leggi ad personam verrà sempre trovato un cavillo legale che li farà passare come povere vittime di un sistema giudiziario politicizzato e in mano alla sinistra. Verrà sempre evitata la galera per questi cari signori. Addirittura dalle intercettazioni sull'Aquila emerge un sistema molto complicato di corruzione. Un sistema evoluto che non si avvale esclusivamente della "mazzetta" cosi tanto utilizzata ai tempi di Craxi. Si il Craxi che ora viene ricordato come vittima sacrificale. Che smemorati, dimentichiamo sempre tutto noi poveri italiani.
Ma ritorniamo a Mills. Secondo voi quali sono state le reazioni di Berlusconi dopo la sentenza di ieri sera? Come immaginate Silvio era felicissimo. Era galvanizzato da una gioranta, finalmente, a suo favore.

"Per me il processo è chiuso, questo reato non è mai esistito. C'è stato solo un incredibile accanimento nei miei confronti, si sono inventati una corruzione che non esiste, questa favola della corruzione susseguente, ma finalmente la Cassazione ha fatto giustizia".


Le sue dichirazioni come al solito sono lontane dalla verità. Berlusconi mostra sempre più di essere un uomo ridicolo. Un uomo con una faccia ridicola. Un uomo con una statura ridicola. Un uomo imbottito di viagra e chissà cos'altro, che continua ad approfittare della buona fede di un popolo con il senso critico di un bambino di 12 anni (parole usate qualche settimana fa dal nostro vecchio volpone).
Sfortunatamente per Silvio il processo che lo vede coinvolto per i fatti che sono costati una condanna, in primo e secondo grado per Mills, non è ancora finito. In particolare la prescrizione scatterebbe tra un anno, ma nel frattempo B. rischia comunque di finire in tribunale. E allora eccolo con i suo fedelissimi collaboratori, il suo avvocato Niccolò Ghedini, che continua a scodinzolare felice ad ogni richiamo del padrone, e con il guardasigilli Angelino Alfano. Ecco cosa gli dice:

"Adesso abbiamo la prova della contiguità dei pm con i giudici. I primi hanno postdatato apposta il reato, gli altri li hanno seguiti. Non c'è più tempo da perdere, dobbiamo separare le carriere. datevi da fare. Voglio la riforma pronta subito dopo le elezioni".

Dunque meglio andare avanti con le solite leggi che ancora una volta gli salveranno il culo. Ieri alla camera era voce ricorrente la possibilità che Alfano, su suggerimento del premier, stesse valutando l'ipotesi di accelerare il processo breve. Inoltre Berlusconi sembra pronto, dopo le regionali, allo scontro con Fini. Si ancora Fini, il nostro caro ex fascista che con le sue dichiarazioni (per ora quasi solo quelle) sembra sempre più allontanarsi dal Pdl.
Io non so come andrà a finire, so solo che sono sicuro che il Berlusca con i suoi tentacoli salverà ancora una volta faccia e portafoglio. Sono sicuro che gli italiani gli daranno ancora fiducia e nutro anche una personale paura di ritrovarcelo tra qualche anno come Presidente della Repubblica. Spero che il futuro mi smentisca. Lo spero veramente con tutto me stesso.

giovedì 18 febbraio 2010

Italia e Cattolici.

E' notizia nota la scelte del Pd di candidare Emma Bonino alla regione Lazio. La leader storica dei radicali è stata individuata dal Pd, come la scelta migliore per una regione cosi importante. La scelta più sana per una regione di palazzinari e mala sanità. Una regione che prima o poi emergerà per la sua monezza. Insomma una regione italiana con problemi aggravati dalla maggiore possibilità di fare business. Dal mio punto di vista, la scelta del Pd, è sicuramente migliore di quella adottata per la Campania. Ma ecco subito venir fuori Avvenire. Ecco che i vescovi non ci stanno. Quindi ecco quanto riportato oggi su i giornali:

..avvenire non molla e va all'offensiva per il secondo giorno consecutivo.
Il direttore Marco Tarquinio parla di "crescente senso di allarme" e osserva: "Il caso Bonino... si sta configurando sempre più come un caso Pd. Le sottovalutazioni e le sufficienze si pagano. Tra radicali e cattolici c'è una incompatibilità irriducibile". Attacco pesante. Il quotidiano dei vescovi parla dell'operazione "insensata e truffaldina" in base alla quale "la superabortista, l'iperliberista" Bonino ha "l'incredibile pretesa di rappresentare i valori cattolici". Sono gli stessi argomenti con cui la teodem Paola Binetti, ultima in ordine di tempo, ha lasciato il Pd per l'Udc di Casini e da ieri è candidata "governatore" nella rossa Umbria per i centristi. "Non a caso - scrive sempre Avvenire - si stanno producendo contraccolpi, crepe e lacerazioni..." nel partito di Bersani.



Io non sono un grande simpatizzante del Pd. Non lo sono quando le loro scelte politiche sono contraddittorie e troppo vicine alla solita politica italiana. Non lo sono quando Bersani (come Veltroni prima) usa parole soft per criticare l'operato della maggioranza, in luogo di dire la verità cosi com'è (che non è intrinsecamente soft). Quello che oggi secondo me dovrebbe fare un partito di opposizione è "sputare" in faccia all'italiano medio la nuda e cruda verità, per svegliarlo da questo sonno che sta intorpidendo l'anima della gente. La scelta di Emma Bonino devo riconoscere che però è in contrasto con il solito modo di agire del Pd. E' una scelta intelligente che potrebbe migliorare la condizione al limite del collasso della regione Lazio. Ma per i vescovi non va bene. Preferiscono i politici che vanno a puttane. Probabilmente ti viene da pensare che ci vanno insieme a puttane. Questa gente non farà mai cambiare le cose in Italia. Sfortunatamente però la chiesa continua ad avere una grandissima influenza sulla vita, sui pensieri e sui voti degli italiani. Questo paese è vecchio. E' un paese dove politici mafiosi vengono aiutati dalla chiesa a mantenere il loro dominio. E' sempre stato cosi (pensate alla cara democrazia cristiana, che di cristiano aveva solo il nome).
La chiesa continua a fare politica e la cosa è ogni giorno sempre meno ammissibile. Che Rutelli, la Binetti e altra gente simile sia andata via da un partito come il Pd è solo un bene. Lasciateli andare. Lasciateli pure andare a fare in culo.
Qual è però il problema. L'attuale maggioranza è "coesa" grazie al suo leader. Politici come Bossi o Fini non sono altro che schiavetti che hanno accettato di stare sotto la bandiera del Silvio, per non stare sotto l'eterna bandiera delle minoranze (e ci fanno certo grandi affari con il nanetto). Il Pdl è un calderone che unisce tutto il peggio. Unisce tutti sotto il verbo di corrotti affari. E' soprattutto è il denaro sporco, facile e immorale il vero fattore di coesione del Pdl. Ma uno schieramento che sia lontano dalla amalgama di corruzione dell'attuale maggioranza, e che sia in grado (per numeri) di governare l'Italia, è impossibile senza i cattolici. E' impossibile perchè sfortunatamente rappresentano ancora l'ago della bilancia. Peccato che però le alte cariche del Vaticano fanno pendere questa bilancia sempre e comunque dalla parta sbagliata (il nostro non è uno stato laico). Sempre per non far cambiare le cose, sempre per mantenere l'elite che la chiesa e lo stato riesce ad assicurare ai loro rappresentanti, familiari, amici, e amici di amici. Peccato che che ci va di mezzo sono le persone comuni, la gente che lavora e si impegna. La gente che non ha i santi in paradiso. La gente, che la domenica va in chiesa perchè in fondo è sempre stato cosi. Le persone che pendono dalle parole dell'ennesimo prete o politico che sia, senza domandarsi che forse nei loro sermoni, e nei loro comizi ci sono solo tante bugie.

giovedì 11 febbraio 2010

La vergogna di dirsi berlusconiani

Con Berlusconi si manifesta un singolare fenomeno, già noto ai tempi della Democrazia cristiana. Negli anni Sessanta e Settanta erano rarissimi quelli che ammettevano di votare Dc. Ma il partito del "Biancofiore, simbol d’amore" prendeva regolarmente, a ogni elezione, il 30 per cento dei suffragi. Evidentemente chi lo votava se ne vergognava.

Così è con Berlusconi. Nei bar, nelle palestre, in piscina, ai bagni o in qualsiasi altro ritrovo pubblico che raccolga un po’ di gente, nessuno, anche quando il discorso cade sul politico, dice di votare Berlusconi.

E anche fra i giornalisti, a meno che non siano i giannizzeri del Giornale, di Libero, di Panorama, e pure qui non sempre, nessuno ti dice apertamente che sta con Berlusconi. Un poco se ne vergognano, anche loro.

Ma i berluscones si smascherano in modo indiretto. Se uno ha in orrore Di Pietro, considerandolo il vero "cancro morale" di questo paese, è molto probabile che sia un berluscones. Se vi aggiunge Marco Travaglio ne hai quasi la certezza. Se ci mette anche Giorgio Bocca è matematico.

Per Di Pietro la cosa si capisce, perché è l’unico, vero, contraltare politico del Cavaliere e, per soprammercato, porta avanti il discorso della legalità. E i berluscones detestano la legalità, naturalmente quando si pretende di richiamarvi "lorsignori", per gli altri c’è la "tolleranza zero".

Sono i liberali alla Ostellino, alla Galli della Loggia, alla Panebianco, i liberali da Corriere della Sera (scriveva un indignato Panebianco ricordando l’orribile stagione di Mani Pulite: "L’opera di repressione non doveva più occuparsi prevalentemente, come aveva sempre fatto, dei ‘deboli’ e dei reietti, ma poteva rivolgersi anche ai potenti" – Corriere della Sera, 20/9/1999 – e in un altro pregevole scritto "Non parliamo d’altro che di 'corruzione', 'concussione', 'abuso di ufficio' e non ci accorgiamo dei reati di vero allarme sociale che sono quelli della microcriminalità", e ancora "La legalità, semplicemente non è, e non può essere, un valore in sé" – Corriere, 16/3/1998).

Peraltro l’orrore per il "giustizialista" (altra parola magica che smaschera il berluscones occulto) Di Pietro è un poco contraddittorio. L’intera classe politica attualmente in sella, berluscones in testa, non esisterebbe se non ci fosse stato il "giustizialista" Di Pietro. Particolarmente grottesca è l’avversione a Di Pietro degli ex Msi, ex An, oggi Pdl che, dopo essere stati espunti per decenni dalla politica con la truffa dell’"arco costituzionale", tornarono all’onor del mondo proprio grazie a Mani Pulite.

Dove sarebbe oggi, senza Di Pietro, per esempio l’onorevole La Russa, disonorevole ministro della Difesa? Sarebbe ancora nelle catacombe a fare il "cattivo maestro" di ragazzi che poi, sotto quelle suggestioni, andavano magari a rovinarsi tirando qualche bombetta (Murelli e Loi).

Travaglio è scontato. Sulla legalità ha un rigore torinese, jansenista. Sia a destra sia a sinistra per la verità, ma il berluscones non va tanto per il sottile. Quando però gli chiedi cosa rimprovera a Travaglio, farfuglia. Il massimo che riesce a dire è che "con i libri su Berlusconi ci ha fatto i soldi". Che è come dire che Sciascia non doveva fare le denunce di Todo modo perché quel libro ha venduto.

Ma il più incomprensibile, e quindi il più significativo, è Giorgio Bocca. Se in una conversazione salta fuori, per qualsiasi motivo, il nome di Bocca, il berluscones occulto cade in deliquio, fa il ponte isterico, gli viene la schiuma alla bocca e manca poco che venga preso da una crisi epilettica. Eppure Bocca è stato il primo giornalista italiano di sinistra, ma anche non di sinistra, a denunciare sul Giorno, in un memorabile reportage degli anni ‘60, che cosa fosse realmente la gloriosa Unione Sovietica.

Meriterebbe un posto d’onore nel mondadoriano e berlusconiano opuscolo "Il libro rosso degli orrori del comunismo". Invece i berluscones lo odiano. E si vedono anche delle sciacquette del giornalismo nostrano, gente che ha cominciato a scrivere editoriali, cioè temi da liceo, a vent’anni, e a trenta, non avendo fatto alcuna esperienza sul campo, non san più che dire, storcere il naso di fronte al nome di Giorgio Bocca e alla sua straordinaria carriera che gli permette, alle soglie dei novant’anni, di essere ancora perfettamente lucido sulla pagina.

"Non devo alcun rispetto a Bocca" scriveva tempo fa un pinchetto di cui non ricordo il nome, poniamo un Facci qualsiasi, mentre dovrebbe fare i gargarismi prima di pronunciare il suo nome invano. Comunque sia un indizio è un indizio. Tre indizi (Di Pietro, Travaglio, Bocca) fanno una prova.

Quindi se vi capita in casa un tipo mellifluo, che affetta equidistanza, ma quando sente i nomi di quei tre ha reazioni da demonio finito in un’acquasantiera, potete andare sul sicuro: è un berluscones doc. E cacciatelo a pedate nel culo perché non ha nemmeno il coraggio civile di essere ciò che è.

Da il Fatto Quotidiano dell'11 febbraio

martedì 9 febbraio 2010

Tutta una Pasta

E' di ieri la notizia che vede l'Italia dei valori di Di Pietro appoggiare il Pd e il suo candidato De luca per la Regione Campania.
Di Pietro spiega con chiarezza la sua idea: De Luca è un rospo da baciare per non far vincere il coccodrillo.
Coccodrillo personificato da Casentino, il candidato del Pdl scelto per la Campania. Scelto in modo che sia il più possibile vicino alle mafie (nella fattispecie al clan dei casalesi). Scelto insomma nel solito modo a cui siamo stati tanto abituati. Avrete capito, in queste metafore da bosco, che il rospo qui rappresentato dal caro vecchio De Luca non si discosta molto dal coccodrillo Casentino. Infatti il nostro caro rospo è stato rinviato a giudizio due volte per truffa allo Stato, associazione a delinquere, etc etc.
Ora naturalmente, mentre non mi meravigliano il Pdl e il Pd, mi meraviglia molto il discorso di Di Pietro. Mi meraviglia perchè mi sembra strano la decisione di appoggiare il Pd e De Luca con il suo passato cosi poco trasparente. Mi sembra assurdo che in in paese di più di 60 milioni di abitanti non ci sia una persona nuova, non sospetta che potrebbe essere portata alla regione Campania dalle forze congiunte di Pd (senza la L) ed Idv. Come al solito il Pd, promuovendo De Luca si mostra sempre più vicino (come modo di far politica) alla maggioranza di governo, che invece dovrebbe contrastare, essendo il principale partito di opposizione. E non si può dire che non ci siano cose da criticare o contrastare poi. Questo governo sta facendo enormi danni al paese sotto tutti i fronti, e questo è sempre più chiaro, non bisogna neppure più leggere tra le righe o fare complicate ipotesi di complotto. E' tutto li sotto il sole (anzi sotto la neve viste le continue ondate di freddo). E' tutto molto chiaro: puoi ormai persino sentire nell'aria la dissolutezza morale che sta guidando il nostro vecchio e stanco paese.
Ripeto, non riesco a credere che in Italia non ci siano persone con le competenze adatte per candidarsi alla regione Campania. Non ci credo e non ci crederò mai. Anzi NON voglio credere che sia così!
Siamo qui di fronte al solito caso: il sistema è troppo corrotto, forte e chiuso (da destra a sinistra) per permettere ad una nuova classe di politici di cambiare le cose in Italia. Di cambiarle partendo proprio dalla Campania magari, che forse dell'italia è proprio la regione più problematica. De Magistris si è mostrato deluso da questo cambio di rotta dell'Idv sulla questione morale, ed ha pubblicato sul suo blog le motivazioni che non possono vederlo come candidato alla guida della regione campania. Riporto qui il link per leggere le sue parole, nonchè le interviste rilasciate al Fatto Quotidiano, da Di Pietro e ancora De Magistris su questa controversa questione. Siamo tutti vicini a chi cerca di strappare il paese dalle mani sbagliate, ma non volgiamo rimetterlo in mani che si sporcano esattamente nello stesso modo e per gli stessi affari.

Ma sembra che non ci sia alternativa signori, sembra che in Italia non c'è oggi una persona con l'armadio sgombro da scheletri che possa governare la regione campania.


Perché non posso candidarmi in Campania:

http://www.luigidemagistris.it/index.php?t=P449


Le interviste le trovate al link:

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578

mercoledì 3 febbraio 2010

Strano Periodo

E’ un periodo strano questo. Il governo ogni giorno ci impone una dittatura mascherata dalla soft appariscenza occidentale. Una dittatura con le tette dell’Arcuri in tv e qualcos’altro a colpirci da dietro. Un presidente del consiglio che in tutti i modi cerca di portare avanti la sua piccola azienda chiamata italia. Si l’Italia dello stivale , con i monti al nord e il mare nel tacco, lo stivale pieno di fango morale in cui ogni giorno io ed altri viviamo. Le poche notizie vere filtrano tra le tante bugie ogni giorno vomitate dalle nostre tv e dai principali giornali. Oggi Bossi, in commento al via libera della Camera al disegno di legge sul legittimo impedimento, affermava:

“c'è sempre qualche moralista, ma questa è la dimostrazione che la maggioranza è molto forte.”

Non fa una piega. Ma in fondo la vita va avanti no? Del resto l’Arcuri è spesso in tv e altre belle donne non certo ci mancano. Il campionato di calcio è sempre più competitivo, sono sempre più belle le partite in tv. E tutti li a parlarne e a parlarne mentre sotto sognano la vita che fa il grande imprenditore corrotto con la macchina sportiva e la figa di lato. Tutti costretti ad andare avanti senza pensare. Tutti costretti sempre e comunque a non pensare. Sono proprio tempi strani, ci sono cose che scivolano via pesanti e leggere nello stesso momento, cose che apprendi, cataloghi e metti via per dopo. Un dopo che aspetta mentre ti tengono li costretto a distrarti. Costretto ad essere qui e contribuire al meticoloso ingranaggio. Costretto a parlarne scegliendo come sempre in qualche modo di non starci.

Ci saranno periodi migliori, del resto il tempo è ciclico.