venerdì 29 aprile 2011

Accanto

Parlavi e ci guardavamo mentre ci sembrava sentire tutto il dolore del mondo. Tutto lì sulla nostra pelle. Sulle nostre emozioni.
E un peso rarefatto ci portò via come il vapore nel sole, come il fuoco nel mare. E accanto a te vengono fuori queste parole, come il rumore di un antico rito, con gesti ripetuti, ripetuti e svuotati di ogni colore.
Può essere solo cosi, per liberarci dalle nostre piccole lacrime, come cani che abbaiano in una silenziosa notte in tempesta. Può essere solo sulle vostre spalle che possiamo costruire il futuro, solo con le voste parole, solo con le nostre emozioni.
Il sole nasce e muore ogni giorno e gli uomini partono per poi ritornare. I ricordi riaffiorno senza piani, ma è solo lì vicino a te che possiamo sentirci a casa. Le città cambiano e il silenzio si fa rumoroso e tu pensi dove girarti per guardarla ancora lì di fianco a te, per vederla sul tuo stesso piano, per cercarla nella tua stessa confusione.
Non so bene cosa sei e cosa accettare, non so bene da che parte stare e tutto sembra la solita cantilena stonata. Quando parlavi forse non ti ascoltavo, non so per chi scrivo e cosa cavarne. Non so bene cosa faccio qui.