domenica 20 febbraio 2011

Non solo per te

Tutto è bagnato, fino alla più piccola parte, fino alla goccia sospesa a quel ramo.
Tutto è bagnato e le nuvole affollano il cielo, quel vapore sottile sovrasta le case, le case bagnate, quei tetti lì in fila, in fila ordinata.
Tutto è bagnato, anche le piccole luci dei morti lo sono. Anche i fiori che aspettano, anche il colore del cielo.
Tutto è bagnato come questo rosso reticolo sospeso, questo rosso reticolo che interrompe il mio sguardo.
Tutto è bagnato, anche questa musica che scorre, questo foglio di carta, quel cane furioso.
Tutto è lontano e tranquillo, come la terra sotto a qui lumi.
Tutto è bagnato, ogni goccia che cade. Non si sente più nulla, il tempo è sospeso e l'attesa ritorna. Tutto è bagnato come le onde e quel mare, come i fiumi che incontrano i monti, come oceani che toccano terra.
Tutto è bagnato per le persone gentili, per il povero in canna.
Tutto è bagnato per gli amanti solitari e i dolori di cuore.
Tutto è bagnato per nascondersi al mondo, per crearsi percorsi, percorsi mentali.
Tutto è bagnato per viaggiare da soli, per alzarsi ed andare.
Tutto è bagnato per coprire lo sporco, per ripulire le acque, anch'esse bagnate, bagnate per sempre.
Tutto è bagnato ma non lo sarà certo per tutti.
Tutto è bagnato anche per te che apprezzi la vita, che ne apprezzi l'odore.
Tutto è bagnato.
Tutto è bagnato.
Tutto oggi è solo bagnato.

giovedì 17 febbraio 2011

Domande

Spero che anche tu sei soddisfatto ora, non ci vuole poi troppo a restare lontani no? Il veleno che sputi non mi serve e non mi fa paura. Posso vedere finalmente attraverso i tuoi occhi. Non ci sono poi restato male a vederti li al torchio sai? Le parole che non hai detto sono chiare e spero ti sconvolga vedere che chi trattavi come servo si è stancato e si rivolta proprio conto di te. Tutti si ribelleranno come animali del circo, come animali che finalmente senza una maschera possono essere liberi di esercitare il loro volere più intimo. E non potrai farci molto, anche le poche verità che potrai dire, saranno viste come le tue solite bugie, i tuoi soliti giochi di finto prestigio. Non sono queste le sentenze che ti aspettavi, vero? Quando pensi poteva ancora durare il tuo gioco? Ci tenevi distanti e portati gli altri via con le tue patetiche illusioni. Che effetto ti fa ora? Veramente eri convinto di farla franca ancora a lungo? Non penso, sei troppo furbo per questo, ma troppo stupido per imparare a respirare, per imparare le differenza tra vedere e guardare. Il mestiere che ci hai insegnato ti si rivolterà contro. Ma questo è già stato detto. Voglio ora sapere solo una cosa, riesci ancora a giocare a scacchi? Riuscirai ancora ancora a salvare il re e la regina? Pensi che avrai ancora abbastanza pedoni? Il mondo finalmente ti si fa ostile, proprio come nelle tue peggiori paure, come in quei sogni che fai fatica a non vedere, come in un incubo universale. Ma poi nella calma del mattino pensavi che era sempre stato cosi. Pensavi di non essere il primo infame ad attraversare questa povera terra. Ora non puoi più ignorare il dolore del mondo. Si dice che la tua fine è vicina. Ma io so che ti batterei, ti batterai con la finta forza e l'immorale potere che hai. Ma chi resta quando finalmente non sarai più qui, ballerà, si ballerà sulla tua tomba e quel giorno i colori si accenderanno come dopo un intensa pioggia estiva. E il mondo sarà per un giorno un tropico in festa. Un tropico ridente e soleggiato per un futuro senza di te. Per un nuovo futuro senza finalmente nessuno che si preoccupare per te.

mercoledì 9 febbraio 2011

Ritornare e poi andare

Quella volta mi chiedevi dove ero stato, bé in nessun posto speciale, sono stato solo dove puoi sentire ogni stagione. Per un po' tutto andò così come in un quiz a premi, ma poi iniziasti a guardarmi come un gatto da dietro una finestra, non riuscivo più a capire i tuoi occhi, mi sembravano lontani, apparivano di vetro infrangile, e qualcosa in te cresceva, ti portava via come il mondo la cui fine professavi vicina. E allora il severo e scuro sole d'inverno ci rubò la notte e le tue parole si fecero serie e confuse, e io non riuscivo più a capire da che parte stare. Erano solo passati due anni è ancora mi chiedevo cosa fosse cambiato, ancora trattenevo le urla per dirti che infondo è sempre stato tutto così. Ma poi diventò chiaro, il giorno, l'inverno, le tue parole, i miei pensieri, il tuo sguardo. E finalmente andai via senza più capire perché ero tornato, ancora una volta senza capire chi ero e cosa importasse.