lunedì 19 luglio 2010

THE TIMES THEY ARE A-CHANGIN'

The times they are a-changin’.. cosi cantava Bob Dylan in anni in cui il cambiamento sembrava veramente possibile. Erano giorni in cui i giovani sembravano essere diversi dai lori padri, dove tutti sembravano prendere coscienza di quanto fosse sbagliato il mondo. Ogni ideale borghese era definitivamente messo al bando, la guerra sembrava essere per tutti il maggior male. E le parole di Bob Dylan nella sua canzone dei tempi che cambiano erano dure e piene di speranza, forse lui e chi cantava a tutta voce con lui pensava che l’ondata di dissenso di quegli anni potesse definitivamente porre le basi per un cambiamento reale, per abbandonare il Dio Denaro, per riprendersi le proprie vite, per sventolare in faccia a tutti la propria libertà. Ascoltare The times they are a-changin’ oggi mi fa morire qualcosa dentro. I miei 30 anni sono segnati dalla totale sconfitta di ogni ideale, sono accompagnati da coetanei confusi e distratti, sono chiusi in una rete sempre più fitta da cui non è più facile scappare. Non so bene che direzione dovrà prendere il mondo, o doveva, so solo, e forse non serve a molto, che questa è la direzione sbagliata. C’è tanta ingiustizia e a nessuno sembra importare più nulla. Vedo teste vuote, imboccate come si imboccano i neonati. C'è una casualità nel vivere dei molti che rende molto semplice la nostra sconfitta. La sconfitta dei popoli contro i signori della guerra e del denaro. La sconfitta di una borghesia ridicola che continua a vivere nel sogno di diventare come chi comanda. Come non potrei rubare nei supermercati se li hanno costruiti rubando? E dopo la caduta del muro di Berlino De Andrè cantava:

“La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ‘’tua culpa’’
affollarono i parrucchieri“


Esatto Fabrizio ormai sono riusciti a portare via ogni pensiero mentre i parrucchieri sono sempre più cari e affollati.